Il PDA per l’anticopyright della rinuncia ai diritti d’autore
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Si è svolto a Pisa il 1° evento anticopyright del PDA
Sabato 22/giugno si è regolarmente svolto l’evento “DISTANTI / DIVERSI: per una cultura anticopyright” organizzato da IL IA’ JOLIE presso la SMSbiblio di Pisa, alla presenza di un pubblico non molto vasto ma scelto, composto per lo più da artisti ed autori, informati dal “tam tam” di questi ultimi giorni sull’approssimarsi dell’evento nel cyberspazio del web.
I diversi autori che hanno aderito al progetto Anticopyrightpedia partecipando alla manifestazione anticopyright, hanno presentato ciascuno la propria opera rilasciata in PDA – Pubblico Dominio Antiscadenza (all rights renounced) mostrando un profondo spirito di condivisione e partecipazione.
Dell’evento è stata realizzata una registrazione video di poco più di un’ora che è scaricabile gratuitamente, così come tutte le altre opere, dal Forum Anticopyrightpedia ed è anche visibile sul relativo canale youtube.
La manifestazione ha esordito con dimostrazione della rilegatura in diretta del 1° libro anticopyright AA.VV. rilasciato in PDA dopo gli ultimi contributi pervenuti da parte del pubblico in sala.
Di gran lunga superato il limite delle 100 pagine previste, il libro ha raggiunto le 180 pagg. che sono state complessivamente scritte da 11 coautori e precisamente da:
Altipiani azionanti
Rosella Federigi
Astrid Agius & Gennaro Francione
Francesco Monda
Nudomafelice
Raffaele Puglisi
Gianni Ruggi
Alessandro Scarpellini
Giacomo Verde
Domenico Vitiello
Subito dopo c’è stata la presentazione del 1° libro anticopyright autoprodotto “Distanti di versi” di Rosella Federigi che è stato da lei donato alla fine dell’incontro al pubblico in sala che ne faceva richiesta. A presentare il testo poetico l’appassionante intervento critico dell’autore e poeta Gianni Ruggi, che dopo una prima importante esposizione su ragioni ed esigenze che portano ancora oggi al componimento poetico ed in particolare a quello contemporaneo, ha parlato dell’autrice Rosella Federigi, declamando e come dice lui stesso “interrogando”, i versi di tre poesie in particolare, tratte dal medesimo libro: “Scandaglio immemori immagini”, “Bisacce abbandonate” e “Visi vacui” concludendo con l’esortazione alla riflessione dell’ultimo emozionante verso di questo terzo componimento: “…perché la bellezza è il tempo che si sofferma”.
A seguire l’intervista radiofonica al promotore del progetto Anticopyrightpedia Domenico Vitiello a cura di Francesca Ghio e Giuliano Faggioni di CONTATTORADIO di Carrara circa il significato e le ragioni dell’anticopyright del PDA e la singolare iniziativa dell’autoproduzione con la rilegatura a mano del 1° libro anticopyright AA. VV. .
Terminata la proiezione del video Domenico Vitiello ha preso la parola salutando e ringraziando i convenuti e tutti gli autori partecipanti alla manifestazione e nell’approfondire le tematiche legate all’anticopyright della “rinuncia volontaria ai diritti d’autore” ha parlato di alcuni aspetti tecnici relativi all’autoproduzione del libro FAI DA TE stampato con una semplice stampante di casa e rilegato a mano e il tutto al costo complessivo di meno di 1€ a libro.
Subito dopo c’è stata la proiezione del 1° Videoart rilasciato in PDA inititolato “Caffé accordato” e realizzato da IL IA’ JOLIE e , a seguire quello di Serge Hildebrabdt “On the wall”, quest’ultimo tra i premiati della IV edizione del Festival Internazionale del Videoart “MAGMART”; di origine belga, Serge Hildebrandt, vive da diversi anni ospite dell’ecovillaggio “Auroville” nel Sud dell’ India, nello Stato del Tamil Nadu, assumendo il nuovo nome in sancrito di “Ishta”.
Il Collettivo ATYPO, invece, ha presentato il 1° libro d’artista in anticopyright per Qrcode, un lavoro di gruppo che ha riproposto il termine “Serendipity” coniato dallo scrittore Horace Walpole verso la metà del Settecento. La filiazione di Serendipity con la fiaba persiana “I tre prìncipi di Serendippo” (Ceylon) ci premette il significato del termine: tre prìncipi figli di Jafer re-filosofo intraprendono un viaggio come percorso educativo e dovranno affrontare imprevisti che richiederanno nuove strategie di condotta per poter essere superati con successo. Infatti la base concettuale del termine esprime “tutte le ambiguità del processo di scoperta in senso lato”. Due elementi operano concomitanti: la casualità che può portare ad una nuova conoscenza e la sagacia che conduce l’esperienza. Questo dualismo casualità-sagacia storicizzandosi ha acquisito risonanza in vari settori della cultura artistica e scientifica. Ne è testimonianza la mostra londinese “Cybernetic Serendipity” del 1968 che ebbe molto successo e inaugurò una nuova stagione di nuove idee per nuove possibilità espressive.
Quindi è stata la volta di Luca Leggero con la sua performance musicale “Something around Prince (as copyright symbol)” ha elaborato un suo pezzo musicale con un collage di sonorità sottratte dalle musiche “all rights riserve” di Prince. Il suo messaggio anticopyright è forte e chiaro: “mi immagino in questo modo di liberare dalle catene del copyright i brani musicali di Prince!”
Rosella Federigi, autrice del libro “D’istanti di versi”, interviene per presentare il 1° quadro anticopyright di Gianfranco Tognarelli intitolato “Macchia bianca” sottolineando il filo concettuale che lega le proprie poesie con le sue creazioni pittoriche.
Chiude il meeting, una intervista di Domenico Vitiello in video-conferenza fatta al giudice anti-copyright Gennaro Francione, il quale, nel 2001, quando svolgeva ancora la professione di magistrato, emise una sentenza di assoluzione per “stato di necessità” dato da “bisogno alimentare non altrimenti soddisfatto“, nei confronti di quattro venditori extracomunitari di cd contraffatti, decisione che è stata poi definita dallo stesso Francione “sentenza anticopyright“.
DISTANTI / DIVERSI sarà anche il titolo del 1° libro AA.VV. anticopyright!
PARTECIPA AL 1° LIBRO AA.VV. ANTICOPYRIGHT!
Durante la manifestazione “DISTANTI / DIVERSI: per una cultura anticopyright” che si svolgerà il 22/giugno/2013 presso la SMSBiblio di Pisa sarà anche autoprodotto, in “estemporanea”, il 1° libro anticopyright di AA. VV. con le pagine redatte sia dal pubblico in sala che da quello online.
Il libro, che avrà il titolo della manifestazione e in copertina l’immagine della locandina della manifestazione del 1° quadro anticopyright intitolato “Macchia bianca” e donato in PDA dall’artista Gianfranco Tognarelli, sarà rilegato a mano durante l’evento assemblando le prime cento pagine raccolte a tema libero (poesie, racconti, immagini in bianco e nero, saggi, commenti, testi e/o spartiti di canzoni, ecc.). In sala, i coautori simpatizzanti dell’anticopyright, potranno partecipare all’iniziativa dalle ore 17,00 del 22/giugno/2013 alla SMSBiblio di Pisa scrivendo il proprio testo direttamente da una apposita postazione di computer, mentre online si potrà inviare un testo di massimo 10 pagine a pda@anticopyrightpedia.org entro le ore 9,00 del 20/giugno.
Il testo va scritto sull’apposito modello writer (odt) oppure word (doc) di impaginazione (adatto alla rilegatura a mano) entrambi scaricabili online dal Forum di Anticopyrightpedia alla URL www.anticopyrightpedia.org/forum
Il libro rappresenta il primo testo cartaceo collettivo autoprodotto e anticopyright rilasciato in PDA – Pubblico Dominio Antiscadenza, laddove ciascun coautore nel parteciparvi dichiara automaticamente di rinunciare ai diritti d’autore.
Realizzato in un’unica copia originale cartacea, il testo sarà conservato presso la SMSBiblio (biblioteca comunale) di Pisa per la lettura al pubblico, mentre una copia in formato digitale sarà depositata sul Forum Anticopyrightpedia e sarà scaricabile gratuitamente.
PDA – Pubblico Dominio Antiscadenza
All rights renounced
CLICCA QUI E SCARICA LOCANDINE E COMUNICATO STAMPA DELL’EVENTO
DISTANTI / DIVERSI: per una cultura anticopyright
Locandina dell’evento
IL IA’ JOLIE presenterà presso la SMSBiblio Biblioteca Comunale di Pisa in via S. Michele degli Scalzi alle ore 17,00 del giorno 22 giugno 2013 la manifestazione intitolata “DISTANTI / DIVERSI: per una cultura anticopyright” in occasione della presentazione del primo libro anticopyright FAI DA TE di Rosella Federigi intitolato “D’istanti di versi”(libro di poesie), stampato in casa con una normale stampante a getto d’inchiostro, rilegato a mano e rilasciato nel PDA – Pubblico Dominio Antiscadenza (all rights renounced). Il libro è gratuitamente scaricabile (come tutte le altre opere degli autori aderenti al progetto PDA) in formato elettronico dal Forum di Anticopyrightpedia mentre in formato cartaceo il testo è ottenibile in prestito esterno presso la rete delle biblioteche della provincia di Pisa “Bibliolandia”.
Promotore del progetto Anticopyrightpedia è l’artista Domenico Vitiello, fondatore di IL IA’ JOLIE, un gruppo di teatro postmoderno nato a Napoli alla fine degli anni “70, il quale è anche promotore del progetto BIOsCAMBIO (la comunità degli autoproduttori/autocostruttori per l’autosostentamento) basato anch’esso sugli stessi principi dell’anticopyright del PDA .
Durante l’evento del prossimo 22/Giugno/2013 altri artisti, sostenitori dell’anticopyright, si affiancheranno a Rosella Federigi presentando ciascuno una propria opera rilasciata in anticopyright nel PDA – Pubblico Dominio Antiscadenza (all rights renounced) che, come dice la stessa parola, è contro l’idea di un Pubblico Dominio, qual è quello previsto dalla legge, fatto solo di opere dai diritti scaduti di autori morti da più di 70 anni.
Il nascente PDA – Pubblico Dominio Antiscadenza, partorito un paio di anni fa nell’ambito di Anarchopedia (l’enciclopedia anarchica online) dopo un’ampia e travagliata discussione, incarna l’altro volto, ad oggi sconosciuto in quanto ancora inesistente, del Pubblico Dominio basato sulla “rinuncia volontaria ai diritti d’autore” come pratica contro la proprietà intellettuale.
Con la manifestazione del 22/giugno prossimo alla SMSBiblio di Pisa, il pubblico presente in sala, a partire dalle ore 17,00, avrà la possibilità di partecipare all’autoproduzione di un libro collettivo anticopyright di AA. VV.: saranno infatti raccolte e rilegate a mano durante lo svolgersi della manifestazione, le prime cento pagine pervenute, a contenuto libero e che saranno in parte scritte in sala dal pubblico tramite un computer collegato a stampante e in parte pre-inviate online entro il giorno 20/giugno, a pda@anticopyrightpedia.org e scritte su un modello writer (odt) oppure word (doc) entrambi scaricabili dal Forum di Anticopyrightpedia alla URL www.anticopyrightpedia.org/forum. Il libro, che varrà come testimonianza dell’evento, porterà il titolo della manifestazione e sarà consegnato alla SMSBiblio per la lettura al pubblico insieme alle opere anticopyright degli altri artisti partecipanti all’incontro, ivi compreso il primo quadro anticopyright “Macchia bianca” dell’artista Gianfranco Tognarelli, icona della manifestazione, opera donata al PDA e che resterà alla SMSBiblio di Pisa in esposizione permanente. Una copia del testo in formato digitale sarà depositata sul Forum di Anticopyrightpedia gratuitamente scaricabile.
. Il libro, che varrà come testimonianza dell’evento, porterà il titolo della manifestazione e sarà consegnato alla SMSBiblio per la lettura al pubblico insieme alle opere anticopyright degli altri artisti partecipanti all’incontro ivi compreso il primo quadro anticopyright “Macchia bianca” dell’artista Gianfranco Tognarelli, icona della manifestazione, opera donata al PDA e che resterà alla SMSBiblio di Pisa in esposizione permanente.
<<Solo dagli artisti poteva rinascere l’anticopyright, così com’era già avvenuto in passato con l’Internazionale Situazionista di Guy Debord e Raoul Vaneigem con la loro formula “tutti i testi pubblicati possono essere liberamente riprodotti, tradotti o modificati senza citare l’origine”, o come l’anticopyright della multi-identità (anonima) dei Luther Blisset, o prima ancora come la rinuncia ai diritti d’autore di L. Tolstoj o delle considerazioni contro il copyright di Pierre Joseph Proudhon nella sua opera “Les majorats littéraires” del 1862.
Anticopyrightpedia e gli artisti aderenti al progetto PDA, ripropongono oggi l’anticopyright attraverso la pratica della “rinuncia volontaria ai diritti d’autore”, come unica autentica forma di evoluzione, o direi meglio di utopia reale, che si concretizza e si risolve, finalmente, nel contesto ben definito e definitivo della libera e gratuita cultura considerata “bene comune” di tutti e da tutti praticabile.
Il copyright è letteralmente il “diritto di copia” ma il diritto cui fa riferimento il copyright è un “diritto legale” ben diverso dal diritto naturale di copia propugnato dall’anticopyright: il diritto legale è invece quel privilegio che scaturisce a sua volta da un “dovere legale” che si esercita come una imposizione ancor prima di essere un’esigenza di carattere naturale dell’individuo.
L’anticopyright è invece il semplice esporsi, il mostrarsi al di là di tutto (quindi anche al di là delle ristrettezze legali della tutela del copyright), così come una esigenza collettiva laddove il copiare e l’imitare sono prerogative di ciascuno, che propositivamente permettono di aggiungere qualcosa di proprio al resto (non a caso la tecnica dell’imitazione è quella pratica naturale e spontanea adottata dai bambini per l’apprendimento), per reinventarsi e scoprirsi in questo modo originali.
Il copyright con le sua difesa del diritto di copia, in ultima analisi ha generato solo “business” e storicamente ha rappresentato il privilegio, a cominciare dai pochi della London Company of Stationers all’epoca dello Statuto di Anna del 1710 fino alle attuali case editrici, di quei pochi cioé che si sono imposti sulla moltitudine con la cultura populista della comunicazione uno a molti fin da quando la stampa, allora di fresca invenzione, fungeva già come una sorta di “televisione” del passato. Oggi, col restyling delle licenze del permesso d’autore del Copyleft e della Creative Commons, il copyright mostra di resistere ancora ai tempi e con la finzione del privilegio esteso a tutti come forma di “diritto legale”, continua a perpetrare e difendere la proprietà intellettuale permettendo tanto alle “major” quanto oserei dire anche alle “minor“ (case editrici cosiddette alternative), di farla da padroni sia sugli squattrinati autori che sui fruitori, ora più che mai che la filosofia dell’economia in scala dell’industria editoriale è arrivata a spadroneggiare finanche nel terziario e nel settore no-profit.
L’anticopyright è invece l’esigenza di vivere a dimensione d’uomo e se è vero come faceva dire da Amleto, il maestro dei drammaturghi: “morire, dormire, sognare forse…”, allora vivere, per noi tutti, artisti o meno, “è” sognare, laddove i sogni sono quella esigenza di vivere senza alcuna imposizione, senza alcun limite (ai sogni e al cuore si sa non si comanda) e solo da questa premessa può nascere l’arte e svilupparsi la “vera” cultura: quella vera arte che nasce dalla e come libera cultura e non da quella pseudocultura che ci viene imposta dalla lobby del copyright come “tendenza” solo per soddisfare gli interessi commerciali di alcuni.
Arte e cultura (che sono pertanto legate insieme) vanno considerate insieme “bene comune” al pari dell’acqua, dell’aria, della luce e calore del sole e quindi direi della vita stessa e come tali non possono essere né privatizzate e né regolamentate da leggi, come quella del copyright, per quanto legittime possano apparentemente sembrare. E l’anticopyright della rinuncia ai diritti d’autore sta ad indicare proprio questo: che la produzione intellettuale non può essere condizione di proprietà di alcuno, perché essa, essendo cultura, appartiene all’intera umanità e dato che ci è stato insegnato dalla fisica che “nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”, per trasformare/si bisogna innanzitutto liberamente e incondizionatamente mostrare/rsi, consentendo a chiunque di attingere liberamente dagli altri quel potenziale di conoscenza che, rielaborata, genera poi quelle che sono le proprie idee, la propria creatività e la personalità artistico-letteraria.>> (Domenico Vitiello)
PROGRAMMA MANIFESTAZIONE
(SMSBiblio di Pisa 22/giugno/2013)
ore 17.00 – Inizio raccolta pagine scritte dal pubblico per libro autoprodotto AA.VV.
ore 17.30 – Presentazione del PDA, del progetto Anticopyrightpedia e degli autori sostenitori a cura del promotore Domenico Vitiello
ore 18.00 – Videoart “Caffè accordato” di IL IA’ JOLIE
ore 18.10 – Presentazione del primo libro autoprodotto anticopyright intitolato “D’istanti di versi” di Rosella Federigi e intervento critico dell’autore Gianni Ruggi
ore 18.25 – Videoart “On the wall” di Serge Hildebrandt
ore 18.30 – “Something around Prince (as copyright simbol)” brano musicale di Luca Leggero
ore 18.45 – “Serendipity” libro d’artista post-digitale del Collettivo Atypo
ore 19.00 – Intervento video-conferenza di Francione, il giudice anticopyright
ore 19.30 – Consegna in biblioteca del primo quadro anticopyright intitolato “Macchia bianca” e rilasciato in PDA dall’artista Gianfranco Tognarelli e del libro AA.VV. “Distanti /diversi: per una cultura anticopyright” redatto dal pubblico, autoprodotto e rilegato a mano durante l’incontro.
CLICCA QUI E SCARICA LOCANDINE E COMUNICATO STAMPA DELL’EVENTO
Pubblicato “D’istanti di versi” di Rosella Federigi, il primo libro in PDA, anticopyright (All rights renounced), interamente autoprodotto con stampante a getto d’inchiostro e rilegato a mano dallo stesso autore.
Il libro "D'istanti di versi" di Rosella Federigi
(le opere che si vedono in copertina sono di Gianfranco Tognarelli)
Il nuovo libro di poesie “D’istanti di versi” di Rosella Federigi si può dire che rappresenta il primo esempio in Italia (e credo anche all'estero) di opera interamente autoprodotta, “fatta in casa”, realizzata cioè con una semplice stampante a getto d’inchiostro e rilegata a mano (dalla stessa autrice) ma rilasciata in "anticopyright" nel nascente PDA (Pubblico Dominio Antiscadenza) con la rinuncia volontaria ai diritti d'autore, all’insegna del progetto ANTICOPYRIGHTPEDIA.
Il testo, di circa 50 pagine, è pertanto anticommerciale e viene distribuito personalmente e gratuitamente dall’autrice stessa come dono-scambio a chiunque ne farà richiesta a (rosellafederigi@gmail.com); le spese vive dei costi del materiale per la creazione di ciascun testo sono complessivamente inferiori a € 1,00, ma sarà possibile ridurle ancora grazie alla stampante con il sistema CISS (sistema di cartuccia a inchiostro continuo), che consente di stampare ogni singola pagina al costo di circa € 0,002 (due millesimi) :)
Prima di quest’opera, l’autore NudoMaFelice aveva, a sua volta, già rilasciato in PDA il suo testo poetico intitolato “Incontri nudi ma felici”, anche se il simbolo PDA non appare sulla copertina ma solo nella copia elettronica (che si può scaricare cliccando qui), e questo perché l’opera è antecedente alla sua adesione al progetto. La versione cartacea, è stata realizzata attraverso un laboratorio di rilegatura in cui l’autore stesso ha preso parte a diverse fasi della lavorazione del libro.
Sulla copertina del libro “D’istanti di versi” di Rosella Federigi invece appare espressamente il simbolo di Anticopyrightpedia della A che sovrasta sia la C del copyright che la C invertita del copyleft, precisando che "ANTICOPYRIGHTPEDIA" non è un'editoria, bensì un progetto online di anticopyright nato per combattere la proprietà intellettuale.
Il testo cartaceo sarà presentato (e distribuito gratuitamente in numero limitato di copie) da Rosella Federigi in anteprima in occasione dell'inaugurazione della prossima mostra d'arte intitolata "Transiti" che si terrà venerdì 29 marzo alle 17:30 a Fermo (FM) presso il Centro Congressi S. Martino. La versione elettronica del libro in formato PDF si trova online sul FORUM ANTICOPYRIGHTPEDIA su questa pagina ed è gratuitamente scaricabile.
Immagini del libro di poesie "Incontri nudi ma felici"
Colgo l’occasione per ringraziare entrambi gli autori per loro adesione al progetto anticopyright del PDA (Pubblico Dominio Antiscadenza) rinunciando volontariamente ai propri diritti d’autore e dando la possibilità a chiunque di fruire gratuitamente delle loro “valide opere” sia in formato elettronico che in copia cartacea a chi ne farà richiesta direttamente agli autori concordandone le modalità.
E speriamo di avere sempre più nuovi autori, altrettanto validi, aderenti al progetto!
Altipiani azionanti.
E’ in corso un sondaggio dalla UE per il riesame della politica in materia di Agricoltura biologica, ma quello della % di OGM da indicare sull’etichetta è un falso problema!
Il commissario UE all’agricoltura Dacian Ciolos, sembra che abbia molto a cuore l’agricoltura biologica tanto da dichiarare, in occasione del sondaggio online in corso per il “RIESAME DELLA POLITICA DELL’UE IN MATERIA DI AGRICOLTURA BIOLOGICA – LEGISLAZIONE E PIANO D’AZIONE”: ”questo e’ un buon momento per sottolineare il nostro impegno verso i più alti standard per la produzione biologica e di rivedere le nostre regole ove necessario, al fine di vedere come creare le migliori condizioni possibili per favorire lo sviluppo della produzione biologica in Europa”.
Qualunque cittadino della UE dotato di un collegamento alla rete internet, vi può aderire online, (l’adesione è anonima) dal 15 gennaio al 15 aprile 2013 cliccando QUI
Anche io parteciperò al sondaggio, come mi auguro lo facciano in tanti, ma vi parteciperò con lo spirito di chi è già convinto che non servirà a molto, dato che esso nasconde delle ambiguità sconcertanti, che lasciano supporre, alla fine, che tale sondaggio non vada certo a favore di una Agricoltura biologica libera da OGM (OGM free), anzi…
Vuoi sapere perché penso questo? Non ti serve che armarti di un po’ di pazienza e continuare a leggere fino in fondo le mie riflessioni.
Intanto devo purtroppo constatare che se il commissario Dacian Ciolos era in buona fede nel fare la dichiarazione di cui sopra (come mi auguro che fosse), allora evidentemente non ha capito bene come stanno le cose: il vero problema non è quello che per migliorare o garantire l’agricoltura biologica servano regole più restrittive, dato che l’attuale normativa sarebbe già buona così com’è, ma il vero problema semmai è essere dell’idea che possano tranquillamente coesistere un’agricoltura biologica insieme ad un’agricoltura convenzionale, che ammetta (quest’ultima) e anche se solo in minima parte, l’uso degli OGM e ciò anche se le due filiere produttive dovessero essere “tecnicamente” ben distinte tra loro!
Perché dico questo? Ma è semplice: perché l’OGM e il Biologico non solo non sono compatibili tra loro, in quanto non sono indipendenti tra loro, ma sono anche due opposti, dove però il primo (l’OGM) la fa da padrone, escludendo il secondo (il Biologico) e compromettendolo fino a vanificarlo, mentre lo stesso non dicasi per il contrario.
E’ solo una questione di tempo e l’agricoltura biologica, malgrado tutte le regole di questo mondo, finché si praticheranno, parallelamente e contemporaneamente anche le convenzionali coltivazioni con gli OGM, si ritroverà prima o poi contaminata fino al punto tale che sarà pura illusione o anacronistico parlare di “prodotto biologico”. Anzi, se vogliamo in parte già lo è rispetto ad altri fattori ambientali come l’aria (e quando dico aria mi riferisco anche agli “annessi e connessi” per dirla alla Totò, come ad es. tutti gli inquinanti atmosferici ivi comprese le radiazioni nucleari) e l’acqua, che insieme contaminano costantemente tutte le produzioni agricole e quindi anche quelle biologiche.
Voler credere e voler far credere che un problema di tale portata sia affrontabile e risolvibile semplicemente revisionando la normativa dell’agricoltura biologica in senso più restrittivo o semplicemente realizzando particolari investimenti e adottando norme sulla coesistenza tra le colture OGM transgeniche e quelle Biologiche (vedi sentenza della Corte di giustizia Ue), seppur in modo limitato e/o controllato, è questo un fatto puramemente demagogico e tipico di certi uomini politici di basso profilo, che dimostrano poca obiettività e lungimiranza.
Per definizione l’agricoltura biologica è:
«… un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali. Il metodo di produzione biologico esplica pertanto una duplice funzione sociale, provvedendo da un lato a un mercato specifico che risponde alla domanda di prodotti biologici dei consumatori e, dall’altro, fornendo beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale»
Non c’è bisogno dunque di una consultazione popolare per sapere che gli OGM vanno contro il biologico e lo si indica anche nella premessa del quesito 4.5 del sondaggio: “Gli organismi geneticamente modificati (OGM) e i prodotti ottenuti da o con essi sono considerati incompatibili con il concetto di produzione biologica. Non possono essere utilizzati nell’agricoltura biologica o nella lavorazione di prodotti biologici.”
Ma allora perchè si è indetta questa consultazione “popolare” tra virgolette (come se poi tutto il popolo fosse solo quello della rete internet), ammettendo una possibilità di revisione e di scelta da parte del consumatore su questo basilare principio?!
Certo mi si replicherà dicendo: “ma per verificare il livello di consapevolezza, sensibilità e conoscenza dei cittadini europei nei confronti della problematica OGM ed alle sue implicazioni rispetto all’agricoltura biologica”.
E’ ovvio che è così, ma è proprio questo il punto!
Si è stati sufficientemente chiari nel formulare i quesiti del sondaggio?!
Perché dall’impostazione delle domande, a mio avviso, si lasciano intendere delle cose inesatte o per lo meno inconsistenti a livello scientifico…e comunque fuorvianti.
E faccio un esempio per tutti.
Nella premessa del questito 4.6 si giustifica la presenza accidentale del limite consentito dello 0,9 % di OGM negli alimenti biologici nell’affermare: “visto che i sistemi biologici non sono isolati dalla catena generale di produzione (coltivazione, raccolta, trasporto, stoccaggio, trasformazione)”; si fa pertanto apparire la contaminazione da OGM nei prodotti biologici come un fatto puramente accidentale, direi anche fisiologico e risolvibile attraverso la semplice separazione e distinzione delle catene produttive tra il prodotto convenzionale e quello biologico, ammesso (e lo si chiarisce pure) che il cittadino sia disposto a farsi carico dei relativi costi… quando noi (ma credo anche il commissario Ciolis e se non lo sa ancora glielo facciamo sapere ora), sappiamo bene che la contaminazione non avviene solo per questo motivo!
La contaminazione avviene anche e direi soprattutto per cause naturali (e che non so fino a che punto possano definirsi “accidentali” visto che rientra nel normale comportamento della natura stessa) ad opera di pollini di piante OGM che accidentalmente vanno a depositarsi e a germinare sugli stimmi di piante biologiche fecondandole e trasmettendo genotipicamente alla progenie di queste piante le sequenze del carattere genetico modificato dall’uomo, a prescindere dalla sua espressione o meno.
Questo trasferimento di polline può avvenire per le piante ad impollinazione anemofila con gli spostamenti di aria (vento) e per quelle a impollinazione entomofila per mezzo degli insetti pronubi e si sa bene che sia l’aria che gli insetti vagano liberamente (buon per loro) nell’ecosistema generale, senza previsioni di sorta alcuna e/o soluzioni di continuità, così come avviene anche per l’acqua, per i gas inquinanti, le radiazioni e quant’altro.
Perché dunque nel sondaggio si vuole illudere il cittadino europeo con una tesi, come dicevo precedentemente, incosistente a livello scientifico, che per ovviare e controllare la contaminazione OGM basterebbe semplicemente agire investendo risorse per la separazione delle catene di produzione, quando di certo si sa che né questo e neanche le “appropriate” distanze tra le colture risultano essere metodi sufficienti a scongiurare le contaminazioni?!
La contaminazione biologica tramite polline può avvenire, come si diceva, per le piante ad impollinazione anemofila, anche nel raggio di decine, centinaia di km (se consideriamo le grandi correnti d’aria in alta quota) e per diversi km per le specie a impollinazione entomofila!
Perché dunque queste cose non le si spiegano ai cittadini europei in tema di sondaggio?
Sarà forse che invece di cercare il sistema per migliorare l’agricoltura biologica (come dalla premessa del commissario Ciolos), attraverso il sondaggio non si voglia piuttosto trasmettere questo messaggio precauzionale per abituarci all’idea che il limite massimo di residuo OGM negli alimenti biologici sarà destinato, d’ora in poi, a continui rimaneggiamenti verso l’alto, in previsione delle nuove leggi che consentiranno l’invasione dei prodotti OGM sul mercato e che secondo me, in maniera occulta già avviene visto che il problema è già di mancanza di chiarezza nelle etichettature dei prodotti?!
Spero, nell’affermare ciò, che non mi si accusi di fare il processo all’intenzione o di essere un malpensante, proprio ora che sto cercando di riappacificarmi col mondo, dopo decenni di contrasti, attraverso la pratica Zen: in fondo questo articolo non avrei voluto mai scriverlo, ma sono stato invitato a farlo eppoi qualcosa dentro di me è scattato e mi costringe a parlare… ahimé sono ancora schiavo dell’etica e il mio scopo è solo cercare di fare un po’ di chiarezza e consentire agli altri di partecipare al sondaggio con maggiore spirito di consapevolezza.
Perché, dicevo, gli organizzatori del sondaggio o chi per essi, non spiegano ai cittadini europei come intendano fare per evitare che la contaminazione non si diffonda alle specie affini spontanee e che poi fungeranno da perenne serbatoio OGM?
Perché contestualmente al sondaggio, non si informa prima i cittadini che per OGM (Organismi Geneticamente Modificati) si intendono, indistintamente, sia i cosiddetti “mutanti” (mutazioni indotte) che si ottengono per bombardamento degli organismi con radiazioni ionizzanti ad alta frequenza e/o con l’uso di sostanze chimiche teratogene, sia quelli cosiddetti “cis-genetici” in quanto ottenuti per trasferimento di materiale genetico di origine vegetale nel corredo cromosomico di altrettanti vegetali, sia quelli detti invece “trans-genetici” più efficaci di tutti e di ultima generazione, che si ottengono trasferendo sequenze geniche di animali nel corredo cromosomico dei vegetali?
Ovviamente non sarà un caso che tali distinzioni non si accennino nemmeno nel sondaggio (ecco riemergere il malpensante che è in me) e, sia chiaro, non che le distinzioni servano a dimostrare che esiste un tipo di OGM buono o lecito, tutt’altro, ma non le si fanno semplicemente per non erudire le persone, per non creare “inutili” allarmismi e soprattutto per far si che tutte le tecniche OGM siano considerate alla stessa stregua, normale amministrazione, facendo passare piano piano e sottobanco, sulla pelle di tutti i cittadini ignari, il più abominevole e innaturale di tutte le tecniche OGM che è appunto la “transgenesi” che vede fondere insieme e contronatura, un animale con un vegetale!
Detto per inciso, la mia contrarietà agli OGM di tutti i tre tipi di cui sopra, non è ravvisabile tanto per il probabile (ma diciamo anche accertato) rischio alla salute, ma quanto per un discorso di “etica biologica”: l’uomo sta rendendo una eccezione della natura, qual’è la mutazione, e che di fatto trattasi di un errore di trascrizione nella duplicazione del DNA (che in certi casi rari genera vita e biodiversità, anche se in genere finisce lì e non dà origine a strascichi), dicevo, sta invece rendendo questo fenomeno “naturale quanto raro” della mutazione un fatto “ordinario”, facilmente trasmissibile, a tal punto da riuscire a produrre e selezionare intere popolazioni di nuovi organismi, che attraverso la fissazione di tali caratteri genetici, per mezzo di sofisticate biotecnologie di miglioramento genetico, danno vita, in laboratorio, a cloni e/o a organismi simili a dei cloni e con una base genetica ristretta quale effetto del fissaggio ed accentuazione del grado di “omozigosi” (e quindi di dominanza) degli alleli del carattere genetico mutato trasmesso, la qual cosa contraddice in maniera definitiva e inoppugnabile i più elementari principi della biodiversità e, di conseguenza, dell’agricoltura biologica.
Sarebbe stato ancora più utile ricordare ai cittadini europei che esiste anche il biologico cosiddetto “in conversione”, quello cioé che si pratica su terreni che fino a poco prima erano a coltivazione convenzionale e pertanto avvelenati, pieni di residui tossici, che si pretende di convertirli in biologici in soli 2 anni di tempo, destinando generalmente la vendita di questi prodotti ritenuti “biologici” alla grande distribuzione (quindi controllate bene sulle etichette del marchio biologico che non ci sia scritto “prodotto biologico in conversione” se non volete pagare per biologico qualcosa che molto probabilmente non lo è).
E’ mia convinzione che il biologico non sarà mai veramente tale finchè il consumatore risulterà essere un soggetto diverso dal produttore e che il biologico non progredirà mai fino a quando un produttore dovrà fare i conti coi costi “da sopravvivenza” di produzione o della manodopera, che costringono ad un aumento del prezzo di vendita o a ridurre la manodopera a discapito della qualità, rendendo, di conseguenza il prodotto biologico, un prodotto di nicchia e solo per i più abbienti.
Leggevo per l’appunto dal Bioreport 2011 “l’agricoltura biologica in Italia” rapporto della Rete Rurale Nazionale 2007/2013, la situazione internazionale sul biologico: l’Europa è il 2° produttore biologico al mondo dopo l’Oceania e, in area UE, il biologico rappresenta il 4,7% (8,7 milioni di ettari) della SAU (Superficie Agricola Utile).
Tra i paesi maggiormante produttori al mondo l’Italia occupa il 10° posto con i suoi 1,1 milioni di ettari (ma il dato è stazionario), mentre nella UE viene al secondo posto dopo la Spagna come estensione di superficie destinata al biologico.
Queste sono percentuali, che sebbene in crescita per alcuni paesi europei come l’Austria e la Svezia, sono tuttavia ancora molto basse rispetto all’ammontare della produzione convenzionale e ciò spiegherebbe, in un certo senso, il fatto che la questione agricoltura biologica in UE sia liquidabile attraverso una semplice consultazione online, per altro anonima e comunque non ritenuta degna di un vero e proprio Referendum popolare; tra le altre cose questa consultazione online, di cui sono venuti a conoscenza solo in pochi, per il fatto stesso di essere limitata alla rete internet, non coinvolge di certo i 500 milioni di cittadini europei!
E’ ancora mia convinzione che per abbassare i prezzi del biologico bisognerebbe semmai “revisionare e verificare” i criteri di ecosostenibilità delle produzioni convenzionali e trasferire, progressivamente, risorse da questo comparto a quello del biologico per far arrivare ad offrire i prodotti sul mercato a prezzi più popolari.
E per concludere dico in definitiva che l’autoproduzione ecoresponsabile per l’autoconsumo, personalmente, la vedo come l’unico modo per produrre un biologico a costo quasi zero, dove non esista più differenza tra il produttore ed il consumatore e quindi dove non si può più ingannare nessuno…
L’UE vorrebbe sostenere e farci credere nella leicità, ai sensi di una normativa giusta ed equa, sia delle produzioni agricole con gli OGM quanto di quelle del Biologico nel trattarle alla stessa stregua; ma chi pretende di sostenere questa tesi, portando addiritttura a suffragio delle motivazioni, lasciatemelo dire, è solo o un irresponsabile o un idiota o, nella peggiore delle ipotesi, un ipocrita che agisce, in definitiva, nell’interesse del mercato pilotato dalle grandi multinazionali, mercato che non ha niente a che vedere né con la salvaguardia dell’ambiente e né col famoso e ormai abusato concetto di sostenibilità ambientale (e quindi col biologico).
Io vivrò anche fuori dal mondo con le mie utopie anticommerciali di dono-scambio, di anticopyright con la rinuncia volontaria ai diritti d’autore, di autoproduzione per autoconsumo, ma posso garantire che ormai il mondo degli affari, del libero mercato globale, della garanzia delle leggi e dello sviluppo indefinito è letteralmente fuori di testa!
Per carità, partecipiamo pure al sondaggio, anzi lo dobbiamo fare, per quello che potrà servire e lo farò anch’io, e lo farò così come ci viene propinato dalla UE giusto perché siamo pur sempre dei cittadini europei che devono sottostare alle leggi (magari nei suggerimenti finali a fine sondaggio linkerò questo mio articolo sperando che il commissario Ciolis sia in buona fede e non se ne abbia molto a male), ma non illudiamoci che così facendo avremo fatto la cosa migliore per risolvere il problema: il vero biologico, ammesso che esista ancora, non lo garantirà mai una legge fatta da quel lupo travestito da agnello che si chiama UE e che ha esordito con la politica degli aiuti solo per sostenere e avvalorare fino in fondo i fallimentari principi dello sviluppo indefinito, del PIL, del sistema creditizio delle banche e della globalizzazione di mercato; e il biologico tanto meno lo farà mai un produttore che, solo per sopravvivere, deve sottostare e fare quotidianamente i conti con la logica del mercato della massimizzazione dei profitti a fronte dell’offerta più vantaggiosa!
E dire che noi, vecchi nostalgici, una volta promotori e sostenitori dell’agricoltura biologica, speravamo qualche decennio fa in un metodo produttivo che fosse autentico, sincero e alternativo a quelle pratiche agricole industriali depauperanti e distruttive della società dei consumi; che speravamo fosse uno sprone per il ritorno alla terra e per riconquistare quel giusto rapporto con essa, siamo purtroppo costretti a ricrederci di fronte al business industriale che sta diventando oggi l’agricoltura biologica, la quale progressivamente sta smarrendo, quando non contraddicendo, le nobili intenzioni e lo scopo sociale che si prefiggeva di raggiungere.
L’agricoltura biologica se vista in un contesto di mercato globale dove contano solo i rapporti numerici di forza, il profitto economico, la legalità (si dice “fatta la legge trovato l’inganno”), le regole di mercato dell’industria, contesto qual’è ad esempio quello del mercato europeo, non ha che da perderci e qualora dovesse anche decollare in queste condizioni, di certo non sarebbe più la nostra “vera” agricoltura biologica: il mercato del puro profitto si sa che trasforma in “merce” (per non dire in “marcio”) tutto quello che tocca!
Allora è solo alla luce di queste considerazioni e dalla consapevolezza di un quadro così assurdo della situazione sociale, economica e politica in cui ci ritroviamo a vivere, che si può comprendere e apprezzare il grande e direi anche unico valore dell’AUTOPRODUZIONE, ma che sia però quella vera, autentica, fatta per l’autoconsumo e per rilanciare i rapporti di solidarietà; quella a costo tendenzialmente zero, realizzata col riciclo dei materiali e non quella autoproduzione che oggi fa trend e va di moda, perfettamente in linea col mercato dei consumi, che in altre parole si chiama “hobbistica”; quella cioé, propagandata da certi soggetti borghesi, che si scoprono improvvisamente col pollice verde e che traggono beneficio nel praticarla solo perché alleggeriscono un po’ il proprio senso di colpa rispetto alla loro renitenza nel voler, a tutti i costi, continuare a perseguire uno stile sbagliato di vita e magari la utilizzano come nuova opportunità di lavoro per incrementare gli affari della propria “crescita infelice”.
Domenico Vitiello (alias_mimmo)
INGRESSO LIBERTARIO…
Dopo la breve e intensa esperienza di INGRESSO LIBERTARIO in Anarchopedia (l’enciclopedia anarchica online) terminata in seguito al mio triste abbandono del progetto Anarchopedia, a causa di insanabili contrasti e incomprensioni varie con alcuni amministratori, riprendo a pubblicare sul nuovo dominio Anticopyrightpedia consapevole del fatto che, questo spazio web è limitato e non consente di caricare direttamente file pesanti (multimediali) che invece possono essere tranquillamente linkati sul Forum in P2P. Fino ad oggi non ero intenzionato a rimettere online la fanzina perché la ritenevo una pagina e un valore di Anarchopedia, ma poi, anche per rispetto nei riguardi dei pochi libertari che vi avevano partecipato, sono ritornato sui miei passi ed eccoci qua con nuova vita! rieccoci con il è un autentico spazio anarchico, di tutti, anticopyright e anticensura. E’ il luogo della tolleranza e della sperimentazione anarchica, imperniato su 2 regole fondamentali: l’ANTICOPYRIGHT e l’ANTICENSURA.
ANTICOPYRIGHTPEDIA è dunque il luogo di tutti coloro che decidono di parteciparvi SOLO con contributi personali dei quali si è AUTORI ORIGINARI e partecipando SI ACCETTA DI RINUNCIARE AI DIRITTI D’AUTORE.
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Hanno finora pubblicato:
Altipiani azionanti – Barabbaftw – Domenico Letizia – Esuviana – Luciano Lanza – Rsw
A te che collezioni fiocchi di alterità
e per saziarti tessi fili intrecciati di luce mareggiata di sogni
cerchi ancora lo stoico segreto dell’arte?Trarsi fuori…
Quattro stupidi inganni ingurgitati dal tempo
restano in bilico tra me e me
così
tragicamente
decisamenteInfido tempo che generi il via vai delle luride apettative
raccogli i tuoi sogni
e lasciami in pace a nutrire l’invano
ho sterelizzato il cuore
per poterti maledireGetta i rancori nell’ intimo abisso
protetto solo dal niente
e lascia che il resto ruoti da sè
qua e là
tanto prima o poi
vedrai portarti via il mondoMi fingerò infima cosa
cosa tra le mie piccole cose di sempre
e resterò lì paziente a confidarmi
fino a scoprire
che ogni gesto ha un sospiro
e ogni pensiero è un sorso d’acqua
e meravigliarmi
se poi decido di esistereAltipiani azionanti
“I 5 postulati dell’anarchia euclidea” di Altipiani azionanti
1. Postulato dell’errore:
“Tra due divieti qualsiasi è possibile tirare una sola conclusione” (= entrambi sbagliati)
2. Postulato della trasgressione:
”Si può prolungare un comportamento oltre i due divieti indefinitamente” (trasgredendoli)
3. Postulato dell’alternativa:
“Dato un divieto e una opposizione, è possibile descrivere un’alternativa”
4. Postulato della certezza:
“Tutti gli inetti sono uguali”
5. Postulato dei ragionamenti e delle palle roteanti:
“Se un conservatore che incontra due anarchici determina nello stesso tempo giramenti di palle minori a due rotture di coglioni, prolungando i ragionamenti, essi si incontreranno dalla parte dove i giramenti di palle sono minori di due rotture”
Altipiani azionanti
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